Che bello .. venire nel tuo spazio è come respirare una boccata d'aria fresca .. come aprire una scatola di pastelli a cera e dipingere di gioia la giornata .. questi colori .. questi fiori .. troppo troppo bello :) Notte,Zoe.
Facendo una carrellata sulle tue foto, dalle prime che hai pubblicato alle ultime, mi viene da pensare che, come fotografa dilettante, stai facendo un cammino in cui lo sguardo è sempre lo stesso, aperto, onnicomprensivo, ma qualcosa sta cambiando: da una ingenuità in cui può mancare la differenza tra ciò che è bello per l'occhio e ciò che è bello per la fotocamera vai verso la consapevolezza che non tutto ciò che ti dava emozione mentre stavi lì, mentre partecipavi, risulta poi visibilmente bello ed emozionante nella memoria fotografica della fotocamera, che vede solo una parte della realtà, e la vede "freddamente", registra le dominanti di colore nell'aria a cui l'occhio si era adattato e non vedeva più, registra i sacchetti di plastica deturpanti, i fili della luce penzolanti, i particolari di sgradevole incoerenza che avevi ignorato con lo sguardo entusiasta, registra l'eccesso di avvicinamento ai visi delle persone che ti ha portato ad una visione parziale tagliando mani o piedi o altri particolari significativi mettendo quei visi al centro fisico dell'inquadratura mentre ora che guardi la foto scopri che avevi lo spazio per includere anche mani o piedi o quello che la persona stava facendo... La foto, con tutti i limiti, può costringerci ad uno sguardo verso la realtà che, nel momento in cui fotografiamo, deve essere di giusta distanza e di percezione rapida dei particolari che generalmente non vediamo: in questo, somiglia a quello che ci accade quando nel ripensare ad una situazione ci accorgiamo che era diversa da come ci è sembrata sul momento, poiché sul momento, presi da emozioni impegnative, non ci siamo accorti di alcune cose che poi hanno svelato la loro importanza: le abbiamo viste e registrate, ma non ci abbiamo fatto caso lì per lì. La realtà è quella che è, dicono le fotografie. Allora possiamo correre il rischio di restringere il campo fotografico ai soli particolari belli: il che permette belle fotografie, e il bello fa bene, la sua contemplazione ci placa, ma la realtà è quella che è, include anche altri aspetti, e la fotografia, invece di diventare scotomica, invece di indurci ad una rinunciataria parzializzazione dell'esperienza visiva, può permetterci di avere uno sguardo diverso, che sappia fare un passo indietro quando necessario, che mantenga anche nelle situazioni a forte emotività una capacità di visione non ingenua, che sia onnicomprensiva solo come visione di ciò che è ma non come accettazione di tutto: non tutto è fotografabile, o meglio: non tutto, fotografato, visto e "impresso", risulta poi bello, e tanto vale non "imprimerlo", vederlo ma non fotografarlo, non farsi toccare più di tanto - non portarselo a casa nella fotocamera per poi dover fare tutto un lavoro di eliminazione successiva. Insomma, scusa l'andar libero: volevo dire: buon cammino fotografico, Lalia!
Grazie, Arnica. Il colore cattura anche me perchè è il mio preferito. Lo è sempre stato fin da piccola. Può essere che mi abbiano condizionato il puffi che amavo :)
13 commenti:
Ma è bellissimo questo insieme,
ti accoglie e si fa guardare senza essere vanitoso...
Grazie, un bel dono.
:-)
E' incanto!
Grazie cara Lalia,
Lara
mi piace molto il contrasto con il post di sotto! :)
Che bello .. venire nel tuo spazio è come respirare una boccata d'aria fresca .. come aprire una scatola di pastelli a cera e dipingere di gioia la giornata .. questi colori .. questi fiori .. troppo troppo bello :)
Notte,Zoe.
Complimenti per il blog e per le foto...quella dei papaveri te la invidio!!! ( invidia buona )
cià cià
Facendo una carrellata sulle tue foto, dalle prime che hai pubblicato alle ultime, mi viene da pensare che, come fotografa dilettante, stai facendo un cammino in cui lo sguardo è sempre lo stesso, aperto, onnicomprensivo, ma qualcosa sta cambiando: da una ingenuità in cui può mancare la differenza tra ciò che è bello per l'occhio e ciò che è bello per la fotocamera vai verso la consapevolezza che non tutto ciò che ti dava emozione mentre stavi lì, mentre partecipavi, risulta poi visibilmente bello ed emozionante nella memoria fotografica della fotocamera, che vede solo una parte della realtà, e la vede "freddamente", registra le dominanti di colore nell'aria a cui l'occhio si era adattato e non vedeva più, registra i sacchetti di plastica deturpanti, i fili della luce penzolanti, i particolari di sgradevole incoerenza che avevi ignorato con lo sguardo entusiasta, registra l'eccesso di avvicinamento ai visi delle persone che ti ha portato ad una visione parziale tagliando mani o piedi o altri particolari significativi mettendo quei visi al centro fisico dell'inquadratura mentre ora che guardi la foto scopri che avevi lo spazio per includere anche mani o piedi o quello che la persona stava facendo...
La foto, con tutti i limiti, può costringerci ad uno sguardo verso la realtà che, nel momento in cui fotografiamo, deve essere di giusta distanza e di percezione rapida dei particolari che generalmente non vediamo: in questo, somiglia a quello che ci accade quando nel ripensare ad una situazione ci accorgiamo che era diversa da come ci è sembrata sul momento, poiché sul momento, presi da emozioni impegnative, non ci siamo accorti di alcune cose che poi hanno svelato la loro importanza: le abbiamo viste e registrate, ma non ci abbiamo fatto caso lì per lì.
La realtà è quella che è, dicono le fotografie. Allora possiamo correre il rischio di restringere il campo fotografico ai soli particolari belli: il che permette belle fotografie, e il bello fa bene, la sua contemplazione ci placa, ma la realtà è quella che è, include anche altri aspetti, e la fotografia, invece di diventare scotomica, invece di indurci ad una rinunciataria parzializzazione dell'esperienza visiva, può permetterci di avere uno sguardo diverso, che sappia fare un passo indietro quando necessario, che mantenga anche nelle situazioni a forte emotività una capacità di visione non ingenua, che sia onnicomprensiva solo come visione di ciò che è ma non come accettazione di tutto: non tutto è fotografabile, o meglio: non tutto, fotografato, visto e "impresso", risulta poi bello, e tanto vale non "imprimerlo", vederlo ma non fotografarlo, non farsi toccare più di tanto - non portarselo a casa nella fotocamera per poi dover fare tutto un lavoro di eliminazione successiva.
Insomma, scusa l'andar libero: volevo dire: buon cammino fotografico, Lalia!
colori intensi, fermano il respiro..emozioni forti!
mi piace proprio questo contrasto!
sono tornata per riguardarlo!
Grazie a tutti dei bei commenti che avete lasciato :)
Desaparecida, a te grazie due volte.
la foto è bellissima, il colore mi cattura :-)
Grazie, Arnica. Il colore cattura anche me perchè è il mio preferito. Lo è sempre stato fin da piccola. Può essere che mi abbiano condizionato il puffi che amavo :)
Il bel ritratto floreale il blu di paradiso!. Abbraccio.
Grazie, tossan. Benvenuto.
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