27/05/10

Conosci te stesso

5 commenti:

Lucignolo ha detto...

Già è tanto se occasionalmente capisco quel che penso, al conoscermi ci ho rinunciato, ho però un'idea di quel che vorrei essere, e provo ad immaginarmici...

C'è un bel vantaggio partendo nell'avventura del conoscersi,
che se non mi piaccio posso osare cambiamenti,
alcuni non li raggiungerò mai e mi consolo accettandomi per quel che sono... momenti di perdita di energia, poi mi arrabbio con me stesso e da riposato posso reiniziare l'opera infinita.

Ma mi sento sempre troppo indulgente con me stesso.

Angelo azzurro ha detto...

haha! Stupendo quel "e se poi non mi piaccio?" in effetti può essere un rischio...

rom ha detto...

Già: e se poi non mi piaccio?...
Viene da pensare alle caratteristiche personalissime, quelle di me proprio me. Conoscenza difficile, tra l'altro, da pensare a parole, e difficile da dire, poi, a se stessi e ad altri: si rischia di formare pensieri che non corrispondono alla realtà, e poi adeguarsi, nel sentire e nel fare, a quei pensieri - si rischia che siano le idee che fanno il mondo invece di esserne percezioni.
Questo a livello personalissimo.
A un livello non solo individuale, di personale condiviso, conoscersi comporta vedere, prendere atto, accettare, alcune cose per le quali si può dire: e se poi non mi piaccio?
Per esempio: sono un animale, mammifero, specie homo sapiens, maschio.
La mia specie - anch'io - per vivere uccide e mangia altri esseri viventi, piante e animali, e alcuni di questi animali sono molto evoluti, intelligenti, sensibili.
La mia specie - anch'io - può ammalarsi di tante malattie dolorose e pure mortali e non per tutte ha le medicine o sa cosa fare.
La mia specie - anch'io - invecchia nel giro di qualche decennio, e muore nel giro di un secolo quando le cose vanno bene se no prima e qualche volta pure a tradimento che dicono accidenti ma stava così bene oh non c'è sicurezza qui.
La mia specie - anch'io - è incazzosa assai, fa dei gran casini sia quando ama sia quando odia e usa l'intelligenza tecnica per mettersi nei guai e poi cavarsela facendo grandi danni a destra e a sinistra procurandosi e procurando ad altri esseri umani che dice pure di amare infelicità sottili o spesse come croci chiodate.
La mia specie - io no, ma in qualche modo ne faccio parte - ha costruito armi tremende, che hanno ucciso distrutto frammentato torturato polverizzato milioni e milioni e milioni di altri esseri umani e animali e piante e si è ingegnato a modificare la materia e ora si ritrova con robe che avvelenano per sempre il pianeta su cui vive e possono distruggerlo non una sola volta ma decine e decine di volte.
Forse non c'è bisogno di mettercisi a pensare a queste cose, forse si sanno più o meno oscuramente, fanno parte di quell'insieme di consapevolezze faticosamente tenute inconsapevoli che rendono comicamente e drammaticamente assurde le nostre vite - più o meno, chiaro.
Sotto sotto abbiamo forse tutti quel timore che ci spinge infine a non pensare, a non dirigere i nostri pensieri verso la conoscenza di sé stessi: e se poi non ci piacessimo?
Non si sa mai: dovremmo prima provare dolore, forse orrore, per tutto il male che siamo stati capaci di fare, e se è vera conoscenza ci obbliga a fare, e dovremmo buttar via un sacco di cose inutili e dannose, da altre separarci delicatamente, chissà, forse dovremmo cambiare gran parte della nostra vita.

Arnicamontana ha detto...

grande grandissima Mafalda :-)))))
un caro saluto

Anonimo ha detto...

Ciao anima gemella, è passato molto tempo.
Dimmi, quando conosci te stesso - basta imparare a stare in silenzio, ogni tanto, ascoltare se stessi, parlare con se stessi, valutare gli eventi - come fai poi a difenderti da te stesso? Possiamo essere i nostri più grandi sostenitori, ma anche i nostri più spietati carnefici...